''Non aspettate, non esitate, vivete'' n

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25 marzo 2014

Placement! (Di già?!)

E così, lentamente, tutto questo sta davvero diventando realtà. Ancora non posso crederci. Sembra ieri quando ho ricevuto i risultati della graduatoria, e sembra ieri quando ho finalmente convinto i miei genitori a lasciarmi partire. E, così vuole la sorte, è proprio ieri che mi è arrivata la lettera per il placement. ''Di già?''. L'ho pensato anch'io, quando inizialmente era stata la famiglia a contattarmi senza alcuna comunicazione ufficiale. Eppure, è fatta anche questa. Siamo sicuri che non sia tutto un sogno?
Comunque sia, andrò nella piccola città di Victoriaville, Quèbec. E credetemi se dico che appena ho letto il nome che ha la mia futura città, ho riso da sola, è così carino! Mi sono arrivate moltissime informazioni sulla famiglie: una mamma ed un papà che già mi sono simpatici, e (rullo di tamburi) avrò due bellissime mini-host sisters! Certo, non hanno la mia età, ma non vedo l'ora di conoscerle. Sulla documentazione che mi hanno mandato hanno indicato anche la mia futura scuola, o almeno quella che vorrebbero che io frequentassi. E da lì mille pensieri si sono affollati nella mia mente. Non so per quale ragione, ma mi sono sentita persa per un attimo. Leggere quel ''school-bus'' come mezzo di trasporto per la scuola mi ha fatto pensare che forse sarò davvero sola, almeno per i primi tempi. E devo ammettere che sto iniziando ad avere un po di paura. E' come se solo ora stessi davvero iniziando a razionalizzare quello che mi sta accadendo, quello a cui andrò incontro e quello che mi aspetterà. Eppure, zero ripensamenti. Se dovessi tornare indietro non esiterei un solo minuto a consegnare il mio fascicolo. La paura fa parte di tutti noi, e di sicuro non mi impedirà di vivere questo sogno.
Tuttavia gli ostacoli non sono finiti. Prima i miei, ora la scuola. La verità è che sono sommersa dai dubbi. E se non riuscissi a partire per quelle dannate insufficienze in latino ed in matematica? Eppure penso ''Siamo quasi ad aprile. Un ultimo sforzo!''. Sono troppo vicina alla mia meta per mollare. E mai lo farò.
Alla prossima!

23 febbraio 2014

The start of something new

21/02/2014
Era una mattinata abbastanza tranquilla. Quel giorno a scuola sembrava tutto stranamente a posto. Ricordo perfettamente che era la quinta ora, perchè il professore di matematica non smetteva più di parlare da solo di quanto fossero importanti le circonferenze nella geometria. Ed io, mentre il monologo andava avanti senza tregua, pensavo (come sempre) ad Intercultura. Un'associazione conosciuta cinque mesi prima, che mi stava facendo passare i momenti più ansiosi dell'anno. Spesso parlavo con altri ragazzi che erano nella mia stessa situazione, e tutti (nessuno escluso), fremevano dalla voglia di conoscere i risultati del concorso.

Improvvisamente, il mio telefono vibra. ''Che vuoi che sia'', ho pensato. Eppure, mai come quella volta sono stata più scossa da un messaggio. Era da parte di Intercultura che annunciava il tanto atteso arrivo delle e-mail con i risultati del concorso. Il mio cuore per un istante si ferma. Poi riprende a battere, ma molto, molto più velocemente. Ho iniziato a ridere, e ad agitarmi. Sembravo davvero una stupida. Alcuni miei compagni mi hanno passato una bottiglina d'acqua, pensando che stessi per avere un infarto. Senza dare spiegazioni a nessuno, appena è suonata la campanella sono corsa giù per le scale, per poi arrivare alla macchina della mia amica con cui sarei dovuta tornare a casa. Penso che sia stato il tragitto casa-scuola più lungo dall'inizio dell'anno, anche più lungo di quando avevo qualche insufficienza che avrei dovuto comunicare ai miei genitori. 

Arrivata a casa ero sola, e senza esitare sono corsa in camera. Accendo il computer. Vado su Google. Apro la mia posta elettronica. Devo inserire il mio numero di matricola (una specie di numero di identificazione) per conoscere il mio risultato. Premo invio. Chiudo gli occhi. Non ho il coraggio di guardare. ''Figuriamoci se prendono me''. In quei pochi istanti ho pensato ai mesi precedenti. Alle persone fantastiche che ho conosciuto, all'ansia, alla voglia di mollare tutto. Apro gli occhi. 
Vincitore. Programma annuale. Canada. 
Non oso pensare cosa abbiano pensato i miei vicini in quel momento. ''Questa ragazza è pazza'', probabilmente. Un mare di emozioni mi hanno travolto, e alle mie iniziali grida di gioia si sono unite lacrime di felicità incontenibile. 

Sembrava un sogno. Poi però ho pensato ''Canada? Ma siamo sicuri?''. I miei genitori erano molto scossi. Mi hanno inziato a dire che non sarei andata da nessuna parte, che era troppo lontano.
La mia iniziale esaltazione stava pian piano diminuendo. Devo ammettere che non avevo mai pensato al Canada. Speravo di capitare in Argentina, o magari in Brasile, o ancora in Finlandia. Ma il Canada? Non l'avevo proprio preso in considerazione. Ma mi sbagliavo. Oggi, a quasi cinque giorni da quel momento, mi chiedo come abbia fatto anche solo per un secondo a pensare che il Canada non faceva per me. Ne sono innamorata, ancor prima di partire. E si, so che è strano, ma è la verità. Con i miei genitori sto parlando. Devono lasciarmi partire, e sono sicura che riuscirò a convincerli. Questo è il mio sogno. 

Un grandissimo bacio, Bianca :)